Emma Marrone: «Non chiamateli sogni, sono obiettivi»
Generosa, coraggiosa, indipendente (fin dall’asilo), antidiva: L’artista «sbagliata» si è messa a nudo in un docu-film sulla sua vita. qui incontra un’esperta di donNe, talento e diritti e parla della perdita di suo padre «che era il mio peter pan», del denaro «lo rispetto molto», del controllo «uno dei miei mostri». Ritratto di una ragazza vincente che non scappa più
Questo articolo è pubblicato sul numero 47 di Vanity Fair in edicola fino al 22 novembre 2022
Amo le donne che sono amiche delle donne. Le donne che sanno essere generose. E apprezzo quelle che hanno avuto doni incredibili eppure restano normali. La loro passione, la loro determinazione ti fanno venire voglia di essere come loro. Ti fanno sognare. Più passano gli anni, più ammiro il loro coraggio. Perché è un coraggio che ti aiuta ad affrontare la vita, che ti impone di essere sempre grata, che ti fa capire che se sei una persona fortunata, allora puoi e devi fare qualcosa per gli altri. Lunedì mattina. Emma Marrone e io ci incontriamo in un tempo comodo e lento.
Te lo dico subito: non sono una giornalista. Però sono un’esperta di donne, di talento e di diritti.
«Allora direi che partiamo bene».
Mi sono preparata. E la tua carriera mi ha molto ispirato. Ma prima di tutto: hai qualche domanda tu per me?
«No. Però anch’io mi sono preparata su di te. E ti posso dire che è un piacere parlare con una donna di
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