
Eri un donna, eri una madre, eri cristiana
Eri un donna, eri una madre, eri cristianatoday.it
L’hai urlato e ripetuto. L’hai detto in italiano e poi anche in spagnolo. Sei una donna, sei una madre e sei cristiana. E io ho voluto crederti, come hanno fatto tutti gli italiani e le italiane che ti hanno votata (anche) per questo. Ho voluto crederti, e non pensare che fosse solo propaganda, perché Dio solo lo sa quanto ce n’è bisogno, in questo momento, di persone che siano in grado di prendere decisioni con la diligenza della buona madre di famiglia, di persone che si occupino della cosa pubblica con femminea attenzione (o almeno quella che pregiudizievolmente si ritiene tale), di persone che siano guidate in ciò che fanno dall’etica dell’amore cristiano.
Il tuo essere donna l’hai però voluto far dimenticare quasi subito, scegliendo quel “il presidente” che vabbè, almeno ci ha fatto scherzare sulla tua inaspettata accettazione del gender fluid. E la madre, dov’è finita? Non potrà mica essere stato solo nel momento dell’esibizione della piccola Ginevra nei giorni del tuo successo, no? Perché è chiaro che se fossi stata un padre, nessuno se la sarebbe filata. D’altronde del figlio di Renzi si è parlato solo perché gioca a calcio (per la cronaca, il leader di Italia Viva di figli ne ha tre, ma siamo pur sempre nella patria dove tutt* sono Ct). Eppure, te lo ricorderai quando un’altra madre dovette guardare il corpo martoriato del figlio. “Sul viso di Giulio tutto il male del mondo”, dichiarò Paola Deffendi quando lo riconobbe “solo dalla punta del naso”. Sì, te lo ricordi, sarebbe disumano rimanere impassibili di fronte a una dichiarazione di questa potenza. Ma passi oltre e fai