No, il concetto di merito non deve avere nulla a che fare con l’istruzione – THE VISION

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Negli ultimi giorni è stata aspramente criticata la decisione di cambiare la denominazione del dicastero che si occupa di scuola, che da “Ministero dell’Istruzione” è diventato “Ministero dell’Istruzione e del Merito”. Che il diritto all’istruzione sia legato al concetto di merito ha lasciato perplessi non pochi pedagogisti, docenti ed esperti di educazione, tutti concordi nel ritenere che l’istruzione sia prima di tutto un diritto e che questo debba essere garantito.

Contro la decisione del Governo si è subito schierato il pedagogista Daniele Novara, che ha dichiarato che “il merito non è un concetto pedagogico. Quella parola veniva usata negli anni Settanta per opporsi ai cambiamenti scolastici. […] Dobbiamo farci forti di Lettera a una professoressa, dove si dice che ‘non si può fare parti uguali fra disuguali’. La scuola del merito dovrebbe considerare i punti di partenza e valutare gli alunni sulla base delle loro effettive condizioni di partenza”. Come dice Novara, trasformare la scuola nel posto in cui a trionfare sono solo i migliori è antidemocratico e dannoso: da un lato, non si tiene conto che l’apprendimento per studentesse e studenti non è una gara a chi arriva primo, ma un veicolo per capire le proprie inclinazioni, talenti e soprattutto passioni; dall’altro, si ignora che non tutti partono con le stesse possibilità.

La scuola non dovrebbe curarsi di fornire gli stessi strumenti a tutti, indistintamente, ma di creare le condizioni perché ciascuno apprenda al meglio delle proprie possibilità – anche se non sempre questo è facile da realizzare, per esempio nella scuola pubblica italiana, per mancanza di mezzi e risorse. Applicare criteri meritocratici all’istruzione, come in realtà si sta già facendo da molto tempo, significa privarla del suo valore intrinseco, far proliferare nelle classi la competitività e l’individualismo,

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