Pesce siluro: cosa sappiamo su una delle specie invasive più dannose per la nostra biodiversità
Tra le specie alloctone invasive ve n’è una molto pericolosa per i nostri fiumi e laghi: il pesce siluro. Questo pesce d’acqua dolce ha iniziato a proliferare nel nostro Paese nel secolo scorso. La sua diffusione ha un impatto ecologico significativo
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Tra le minacce che la nostra fragile biodiversità deve fronteggiare non vi sono solamente inquinamento e cambiamenti climatici, ma anche le specie alloctone invasive. Questi esemplari, introdotti in territori estranei ai loro habitat, hanno finito con il colonizzare intere località, predando l’ittiofauna autoctona.
Una specie particolarmente temuta in Italia è il pesce siluro, nome scientifico Silurus glanis, un pesce d’acqua dolce originario dell’Europa orientale. Si tratta di un pesce che popola i laghi, grandi fiumi e canali di bonifica.
In fase giovanile il pesce siluro ha le sembianze di un pesce gatto e può essere scambiato facilmente per questo. Nelle acque interne in cui non ha concorrenza questo pesce può raggiungere però grandi dimensioni e arrivare a pesare oltre i 100 kg e misurare anche fino ai 3 metri di lunghezza.
Il Silurus glanis si nutre di tutto ciò che si trovi sui fondali, rappresentando una minaccia concreta per le specie autoctone. Le sue prede sono prevalentemente pesci. La dieta varia comunque con l’età e le dimensioni. Un pesce siluro vive in media sui 25-30 anni.
Nel nostro Paese il pesce siluro ha iniziato a diffondersi nella seconda metà del Novecento quando la scomparsa di altre specie di acqua dolce ha favorito la sua presenza. Anche
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