2022. L’anno orribile del clima.

Il 2022 è stato un anno nero per il clima, segnato da un’accelerazione degli eventi meteo che hanno provocato tanti danni e vittime. Alluvioni, ondate di caldo anomalo e di gelo intenso, frane, mareggiate, siccità, grandinate non risparmiano ormai nessun Paese sul Pianeta.

Leggendo il report dell’ONU sulle ondate di calore, si nota che l’Italia è fra le nazioni più colpite. Il cambiamento climatico colpisce la salute umana, tuttavia, a parte le chiacchiere, non ci sono stati sforzi sistematici, su larga scala, per quantificare gli impatti sulla salute umana legati al calore. Impatti che si sono già verificati a causa del cambiamento climatico. 

Una ulteriore conferma è ben raccontata dai dati di bilancio dell’Osservatorio Città Clima di Legambiente (lo trovate qui https://www.legambiente.it/wp-content/uploads/2022/12/Bilancio-2022_osservatorio_CittaClima.pdf ), realizzato in collaborazione con il gruppo Unipol, e sintetizzati nella mappa del rischio climatico

In Italia nel 2022 sono aumentati del +55% gli eventi meteo-idrogeologici rispetto allo scorso anno. Registrati 310 fenomeni meteorologici che hanno provocato danni e 29 morti. Siccità, grandinate, trombe d’aria e alluvioni quelli con l’incremento maggiore. Il nord del Paese l’area più colpita, seguita dal sud e dal centro. Lombardia, Lazio e Sicilia le regioni più ferite. La provincia di Roma è la più coinvolta, seguita da quelle di Salerno e Trapani.

Nel grafico sottostante, si utilizzano dati di 732 località in 43 paesi per stimare il carico di mortalità associato all’esposizione aggiuntiva al calore, derivante dal recente riscaldamento indotto dall’uomo, durante il periodo 1991-2018. 

In tutti i paesi dello studio, troviamo che il 37,0% (intervallo 20,5-76,3%) dei decessi legati al caldo della stagione calda può essere attribuito al cambiamento climatico antropogenico e che l’aumento della mortalità è evidente in ogni continente. Gli oneri variavano geograficamente, ma erano dell’ordine di dozzine o centinaia di morti all’anno in molte località. I risultati supportano l’urgente necessità di strategie di mitigazione e adattamento più ambiziose per ridurre al minimo gli impatti sulla salute pubblica del cambiamento climatico.

Ecco. 

In Italia l’unica cosa che si fa è dare fondi a chi subisce un danno, (e.g. come ai gestori degli impianti di risalita dell’Appennino che sono senza neve), con un aiuto ci si libera la coscienza, anche elettoralmente.

Un aiuto, ma di strutturale non si vede nulla. 

La cosa peggiore? Le città. Vere e proprie bolle di calore, totalmente incapaci di gestire e pianificare l’eccesso di temperatura.Le contromisure? Inesistenti. 

Buona domenica, col punto interrogativo.

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.