10 assoli live simbolo di libertà musicale assoluta
Un tempo gli "a solo" erano croce e delizia di chi andava ai concerti rock. Ne abbiamo selezionati dieci da altrettanti album dal vivo: non i migliori tecnicamente e nemmeno i più emozionanti, ma quelli che sembrano condurti misteriosamente in territori inesplorati
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Oggi che la musica può essere prodotta quasi direttamente da intelligenze artificiali, l’unico modo per capire dove inizia l’uomo e finisce la macchina è il disco dal vivo. Gli album live sono serviti per stabilire la validità o meno delle band più popolari. Le quali a volte, terrorizzate dall’ansia da prestazione, non mancavano di ritoccare alcune tracce in studio o addirittura lo reincidevano.
La vera cartina al tornasole del valore dei musicisti è quindi il solo. È spesso relegato a momento di passaggio dove l’artista mette finalmente in mostra il suo valore. In alcuni casi fanno storia a sé, diventando praticamente dei brani nel brano, a volte anche bizzarri perché, in fondo, il solo non ha regole, serve spesso a proiettarsi oltre i codici definiti e non si può risuonare in studio.
In questo articolo ne elencheremo alcuni davvero strani, particolari, spesso dimenticati, ma comunque esempi di libertà assoluta.
Brian May, “Brighton Rock” Queen, da “Live Killers”
Alain Groetzinger, “Drum Solo” Rockets, da “Rockets Live”
Tony Kaye, “Si” Yes, da “9012Live: The Solos”
Jaco Pastorius, “Slang” Weather Report, da “8:30”
Ian Wallace, “Groon” King Crimson, da “Earthbound”
Keith
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