Vajont 61 anni dopo, anche questo disastro poteva essere evitato
Sei decenni sono passati, e un processo, e ci sarà sempre e ancora il rimorso che, se si fosse dato ascolto alla geologia, il disastro del Vajont non sarebbe accaduto
La fine cominciò in un’ora tarda, passate le dieci e mezzo di sera. Il 9 ottobre del 1963. Più di 250milioni di metri cubi di roccia precipitarono nel bacino artificiale creato dalla diga del Vajont, provocando un’onda di oltre 200 metri. Più di 1900 i morti, decine le persone che non si sono mai più ritrovate, cinque i paesi inghiottiti nel nulla.
61 ani fa accadde, così, quello che è passato alla storia come il disastro del Vajont. Ma cosa successe quella sera?
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Quelle che vennero intese allora come “circostanze sfortunate” fecero sì che una quantità enorme di roccia si spingesse alla velocità di circa 108 km orari, finendo nelle acque del bacino idroelettrico artificiale del Vajont, che conteneva circa 115 milioni di metri cubi di acqua al momento del disastro.
L’acqua della diga
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