“Troppi morti nelle carceri, dove è la sicurezza?”
Riceviamo e pubblichiamo da Arci Viterbo
Le forze politiche di maggioranza si affannano a rincorrere un’idea di sicurezza e legalità che passa attraverso la sanzione per chi partecipa ai rave, la detenzione di 24 bambini insieme alle loro mamme, la difesa del 41 bis, l’abolizione del reato di tortura per tutelare le forze di polizia, la criminalizzazione delle Ong che salvano i naufraghi in mare.
Nei nostri istituti penitenziari sono detenute 56mila 319 persone e da inizio anno già 31 hanno perso la vita. Allora dove è la sicurezza in questo caso?
Gli istituti penitenziari adempiono al loro mandato attraverso tante forze che non sono, solo, quelle della sicurezza. I percorsi educativi, le attività trattamentali, il supporto psicologico, l’attenzione alla salute, la mediazione linguistica sono il vero strumento per raggiungere le persone, supportarle e sostenerle nei loro percorsi detentivi e per prevenire le tragedie
Per fare questo bisogna che ciascuno si riprenda le sue responsabilità, non
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