Test di Medicina, da Torino a Palermo le proteste degli studenti davanti alle università: «Stop al numero chiuso»

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Mentre oltre 65mila aspiranti dottori e dottoresse tentano il test d’ingresso a Medicina e Chirurgia, con la speranza di aggiudicarsi uno dei 15.876 posti disponibili, in diverse città d’Italia gli studenti scendono in piazza per protestare contro «il numero chiuso che fa scappare all’estero migliaia di ragazzi ogni anno e che lascia il Paese senza assistenza medica». A Palermo il sit in di protesta si è tenuto davanti all’università della città, organizzato dal Laboratorio studentesco autonomo. «La pandemia non ha insegnato nulla. Stop ai test d’ingresso», si legge su uno degli striscioni appesi di fronte l’edificio universitario. Al megafono Giovanni Castronovo del Laboratorio studentesco parla di un «sistema sanitario inadeguato», di «fondi e di strumentazione che mancano», e soprattutto di «personale sanitario assente». E aggiunge: «Nonostante tutto questo, invece di investire per garantire un sistema sanitario che sia davvero pubblico ed efficiente, in grado di aiutare chi sta male e non può permettersi di andare a curarsi nelle cliniche private, ci ritroviamo ancora con il numero chiuso che ogni anno impedisce a più di 50 mila aspiranti medici di esercitare il proprio diritto allo studio per poi garantire a tutti il diritto alla salute». A Palermo quest’anno sono disponibili 475 posti. Un numero che gli studenti definiscono «una miseria», un altro motivo che «costringerà migliaia di ragazzi a iscriversi in altre facoltà, a emigrare o addirittura a non frequentare l’università».

FACEBOOK|LABORATORIO STUDENTESCO AUTONOMO | Sit in di protesta degli studenti contro il numero chiuso davanti l’Università di Palermo Roma, flash mob davanti a La Sapienza

«Bisogna fare come in Francia. Il test e il numero chiuso va eliminato. Tutti devono avere la possibilità di mettersi alla prova». A Roma in migliaia si sono presentati per tentare di entrare nell’ambìta

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