Simone Borgese, lo stupratore romano della tassista, torna in carcere per molestie a una 17enne in ascensore
Molestò sessualmente una 17enne all’interno di un ascensore a Roma: oggi i giudici della prima sezione penale hanno condannato a 2 anni e 10 mesi Simone Borgese, che ha da poco finito di scontare la pena a 7 anni per lo stupro di una tassista romana avvenuto nel 2015.
L’abuso ai danni della ragazza, all’epoca minore, risale a pochi mesi prima, giugno del 2014. L’uomo, seguì la 17enne in un androne di un palazzo e abusò di lei in ascensore. La giovane inizialmente aveva denunciato la violenza subita senza però riuscire a fornire elementi utili agli inquirenti per poter identificare l’uomo; poi però quando Borgese venne arrestato dopo lo stupro di una tassista avvenuto nel maggio 2015 riconobbe il suo molestatore dalle foto pubblicate sui giornali.
La tassista stuprata da Simone Borgese
Nel 2015 Simone Borgese aveva stuprato una tassista romana dopo essersi fatto accompagnare in viale della Pescina Gagliarda, una stradina sterrata e isolata in una zona periferica a sud di Roma. Borgese si lanciò sulla vittima, l’immobilizzò e le sferrò un pugno. Poi ne abusò per poi rubare alla donna anche il portafoglio. Borgese venne accusato dal sostituto procuratore Albamonte di lesioni, violenza sessuale e rapina. Era stato preso grazie ad un identikit e alla testimonianza di un collega della tassista, che lo aveva subito riconosciuto.
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