Quale futuro per i fiumi se alle piante aliene spianiamo la strada?

Recentemente l'Anbi, l'Associazione nazionale delle bonifiche, delle irrigazioni e dei miglioramenti fondiari, a cui fanno capo i Consorzi di bonifica, ha diramato un comunicato stampa dal titolo "Scoperto lo scrigno delle piante aliene in Italia: è il fiume Arbia in Toscana". Auspichiamo che i sindaci dei Comuni interessati prendano una posizione ferma, ergendosi a difesa di un territorio che comprende emergenze storiche e naturalistiche decantate in Italia e all’estero,  stigmatizzando la grossolana narrazione che risulta da questi titoli ad effetto. Se oggi la naturalità della vegetazione ripariale dei nostri fiumi è compromessa per lunghi tratti, è a causa di un quadro di responsabilità in cui privati, Consorzi di bonifica, Amministrazioni locali e Genio civile hanno ricoperto  un ruolo primario nel corso degli anni, con la realizzazione di dissennati e massicci interventi di taglio che hanno favorito l’espansione di specie vegetali aliene (specie originarie di altri territori e diffuse grazie all'opera volontaria o involontaria dell'uomo). Infatti, con il taglio distruttivo delle specie autoctone questi interventi hanno irrimediabilmente alterato gli equilibri ecosistemici originari, lasciando spazio a specie infestanti ed opportuniste che hanno potuto diffondersi agevolmente e velocemente. È proprio laddove la gestione fluviale non altera l’ecosistema locale che le specie aliene non proliferano. La diffusione delle specie aliene è un grave problema ambientale e per la conservazione della biodiversità. Come Wwf Siena disapproviamo il tentativo dei Consorzi di bonifica di proporsi, oggi, come risolutori del problema, quando sono parte delle cause. Sarebbe interessante capire quanto l'operato di escavatori, ruspe e macchine da taglio, che sembrano essere il principale modo di approcciarsi ai fiumi da parte dei Consorzi di Bonifica, abbiano in realtà spianato la strada a bambù e altre specie aliene erbacee ed arbustive, come l'ailanto e la robinia, che trovano suolo fertile e nessun competitore ad arrestarle. Il Wwf auspica un cambio di passo rapido ed effettivo, verso un nuovo modello di gestione dei fiumi da parte di tutti gli organi preposti, a partire dal Genio civile e dai Consorzi di bonifica. Troppo grave è la situazione in cui versano molti corsi d'acqua, il cui benessere è anche il nostro. Prelievi idrici eccessivi, inquinamento, specie aliene ed una gestione distruttiva di sponde ed aree riparie stanno cancellando uno dei più pregevoli ambienti naturali del nostro territorio. di Wwf Siena L'articolo Quale futuro per i fiumi se alle piante aliene spianiamo la strada? sembra essere il primo su Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile.

Riceviamo e pubblichiamo

Il Wwf Siena risponde ai Consorzi di bonifica e chiede un nuovo modello di gestione

[13 Marzo 2023]

Recentemente l’Anbi, l’Associazione nazionale delle bonifiche, delle irrigazioni e dei miglioramenti fondiari, a cui fanno capo i Consorzi di bonifica, ha diramato un comunicato stampa dal titolo “Scoperto lo scrigno delle piante aliene in Italia: è il fiume Arbia in Toscana“.

Auspichiamo che i sindaci dei Comuni interessati prendano una posizione ferma, ergendosi a difesa di un territorio che comprende emergenze storiche e naturalistiche decantate in Italia e all’estero,  stigmatizzando la grossolana narrazione che risulta da questi titoli ad effetto.

Se oggi la naturalità della vegetazione ripariale dei nostri fiumi è compromessa per lunghi tratti, è a causa di un quadro di responsabilità in cui privati, Consorzi di bonifica, Amministrazioni locali e Genio civile hanno ricoperto  un ruolo primario nel corso degli anni, con la realizzazione di dissennati e massicci interventi di taglio che hanno favorito l’espansione di specie vegetali aliene (specie originarie di altri territori e diffuse grazie all’opera volontaria o involontaria dell’uomo).


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