
Prima di pensare al nucleare “sostenibile”, dovremmo risolvere una volta per tutte il problema dei rifiuti radioattivi liquidi di oltre 30 anni fa
Mentre il Governo italiano discute la reintroduzione di centrali nucleari “sostenibili”, il Paese deve ancora gestire i rifiuti radioattivi prodotti fino agli anni ’90. Nel Report ISIN si evidenzia la necessità di accelerare il condizionamento e la messa in sicurezza dei rifiuti esistenti, ancora conservati in strutture, per giunta, obsolete.
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Mentre l’attuale Governo si esprime sulla possibilità di reintrodurre centrali nucleari “sostenibili”, l’Italia si trova ancora a dover risolvere i rifiuti radioattivi prodotti quasi mezzo secolo fa nel nostro Paese.
Anche qualche settimana fa il Ministro dell’Ambiente Picchetto Fratin, intervenendo alla Festa dell’Innovazione a Venezia, affermava – come riporta un video de Il Foglio – la possibilità di reintrodurre l‘energia nucleare all’interno del PNIEC (Piano Nazionale Integrato Energia e Clima). Ironia della sorte, proprio qualche giorno dopo l’ISIN, l’Ispettorato Nazionale per la Sicurezza sul Nucleare e la Radioprotezione, l’autorità italiana che si occupa di controllo in materia nucleare, ha presentato il resoconto annuale in Parlamento.
La Relazione riferita all’anno 2023 sulle attività istituzionali, tra cui il “decommissioning”, cioè lo smantellamento e l’iter per l’individuazione del deposito
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