PFAS: quei veleni eterni che beviamo ogni giorno (e ancora nessuna legge che li vieti)

Da anni, tra le Province venete di Vicenza, Padova e Verona, si estende una zona rossa invisibile ai più: è un’area pesantemente inquinata da sostanze chimiche perfluoroalchiliche, note come PFAS. È dal 2016 che qui oltre 350.000 persone hanno inconsapevolmente bevuto acqua contaminata, cucinato e irrigato campi con un veleno silenzioso e persistente. Un disastro...

Dal 2016 in tre province del Veneto, per un totale di 30 Comuni, si lotta contro una sostanza tossica sversata nelle falde acquifere e nel terreno. Per anni, migliaia di persone hanno bevuto acqua contaminata senza saperlo. Ammalandosi. Nel secondo episodio di “Veleni d’Italia” andremo a fondo della questione PFAS. E di perché c’è stato fino a ieri un silenzio assordante

Da anni, tra le Province venete di Vicenza, Padova e Verona, si estende una zona rossa invisibile ai più: è un’area pesantemente inquinata da sostanze chimiche perfluoroalchiliche, note come PFAS. È dal 2016 che qui oltre 350.000 persone hanno inconsapevolmente bevuto acqua contaminata, cucinato e irrigato campi con un veleno silenzioso e persistente.

Un disastro ambientale senza precedenti, silenzioso, che – purtroppo – non si è arrestato ai confini regionali.

Oggi, l’inquinamento da PFAS riguarda oltre 17.000 siti in tutta Europa. Si tratta di sostanze che sono ovunque: padelle antiaderenti, tessuti impermeabili, cosmetici, contenitori alimentari, imballaggi, schiume antincendio, detergenti. Ma il vero allarme è che sono entrate nella catena alimentare, contaminando uova, carne, pesce, latte e


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