“Per risparmiare energia l’Ue chiuda gli allevamenti intensivi”

La proposta arriva dalle Ong animaliste. Elettricità necessaria per riscaldamento, illuminazione, ventilazione e trasporto...

Contribuire alla crisi energetica rinunciando agli allevamenti industriali, grandi consumatori di corrente. La richiesta all’Unione europea arriva da una coalizione di Ong animaliste e ambientaliste, che accusa le lobby dell’agricoltura di chiedere più soldi per tenere in vita dei sistemi non solo cruedeli nei confronti degli animali, ma anche energivori e insostenibili sul piano ambientale.

A sostenere l’appello ci sono BirdLife, Compassion in World Farming, l’Ufficio europeo per l’ambiente (European environmental Bureau – EEB) e Four Paws. Insieme insistono sul fatto che l’Ue e i suoi governi non dovrebbero continuare a mantenere in vita l’allevamento industriale, che in questo periodo di crisi bussa con insistenza alla porta di Bruxelles per ricevere sussidi. “In tutta l’Ue, i governi stanno adottando misure per il risparmio energetico, tra cui lo spostamento della pressione sui consumatori”, affermano le Ong, sottolineando che “tutti i governi europei hanno finora ignorato l’elefante nella stanza: l’allevamento industriale, che è altamente energivoro”.

I produttori di carne di pollo, si legge in una nota della coalizione, hanno avvertito che una riduzione della fornitura di energia li costringerebbe a “uscire dalla produzione entro 18 mesi”. Nei pollami ogni fase della catena di produzione necessità di grandi quantità di elettricità per provvedere a riscaldamento, illuminazione e ventilazione. L’energia u necessaria anche per i sistemi di alimentazione, il trasporto di mangimi e di uccelli vivi, nonché per riscaldare l’acqua per spennare gli uccelli e i sistemi di raffreddamento. “È ora che i governi smettano di tenere in vita l’allevamento industriale […] che sfrutta gli animali


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