Mohammed Al Turki, il cinema è un grande ponte

«Tutte le arti sono potenti per unire le culture, ma la Settima ha una forza tutta sua, un collante universale». Mentre a Jeddah si apre la seconda edizione del Red Sea International Film Festival, abbiamo incontrato Mohammed Al Turki, deus ex machina della rassegna che vi racconteremo in esclusiva

Il ragazzo ha le idee chiare da sempre. Oggi lo vedi sui red carpet dei festival del cinema abbracciato a grandi attori e a registi famosi. Ma ieri, il tappeto non proprio rosso era quello steso nel retro della suamacchina, dove noleggiava dvd, appena sedicenne, agli amici adolescenti in Arabia Saudita. Si chiama Mohammed Al Turki ed è un volto molto conosciuto dagli addetti ai lavori di tutti ifestival del cinema. Mohammed si muove con eleganza, sorride sempre e non sbaglia un colpo.

«Di errori, in realtà, ne ho fatti molti e forse sono stati anche più importanti delle cose giuste», confessa. «Però negli ultimi anni è come se coltivassi una missione più grande di me. Qualcosa che ha a che fare col cinema, col mio Paese e forse anche con Dio». 

Beh, direi che punta in alto.
«Diciamo che è anche una lunga storia. Da dove vuole che inizi?».

Iniziamo dalle presentazioni. Chi è Mohammed Al Turki?
«Sono il ceo del Red Sea International Film Festival, una rassegna, una piattaforma e un fondo, con base in Arabia Saudita, che si occupano di sostenere e


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