Max, papà in carrozzina: «Per colpa di quelle scale non posso andare a prendere mia figlia a scuola»

La sua denuncia: «Devo chiamare e chiedere che me la portino giù. C'è anche il problema dei campanelli per aprire il cancello, che non sono ad un’altezza adatta a chi è in carrozzina»

Alle 16,30, quando Sophie esce dalla sua scuola dell’infanzia, a Bologna, il suo papà non può andare a prenderla dentro l’istituto: deve aspettare che qualcuno accompagni la figlia fuori. Fra la strada e la porta d’ingresso, infatti, si erge una lunga scalinata, e Max Ulivieri è un padre in carrozzina. «Se mia moglie è con me, andiamo insieme; altrimenti chiamo e chiedo che me la portino giù», ci spiega. «C’è anche il problema dei campanelli per aprire il cancello, che non sono ad un’altezza adatta a chi è in carrozzina, e rappresentano un’ulteriore limitazione alla mia autonomia».

Prima di affrontare questo ostacolo come padre, l’ha vissuto come figlio, quando era studente?
«Non ho frequentato l’asilo né la materna, poiché ero spesso in ospedale per diagnosticare la mia malattia e cercare possibili trattamenti. Ho smesso di camminare a 2 anni. Ho iniziato la scuola alle elementari nella mia città, Piombino, dove ho già dovuto affrontare scalinate e nessun accesso agevolato. Mia madre mi


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