Marò, Massimiliano Latorre chiede danni allo Stato

Marò, Massimiliano Latorre chiede danni allo Statomediaset.it

Latorre e Girone furono detenuti in India per 106 giorni, poi rimandati in Italia e di nuovo costretti a tornare in India. Il loro processo è stato alla fine archiviato perché, secondo i giudici, rispettarono le regole di ingaggio. I due marò, in quel momento funzionari dello Stato, impegnati nell’esercizio delle loro funzioni, spararono in acqua pensando a un attacco da parte dei pirati alla nave petroliera Enrica Lexie. In quelle circostanze persero la vita due pescatori indiani. Per il tribunale questi assalti erano eventi abbastanza frequenti e, di conseguenza, il comportamento tenuto dai nostri due marò fu corretto.

Secondo Il Fatto Quotidiano, che anticipa la notizia delle mosse legali di Latorre, come di prassi per le cause civili al momento si discute di una possibile mediazione tra le parti. Qual è la posizione del governo? L’Avvocatura dello Stato, che rappresenta il nostro Paese, non sembra essere ben disposta verso il marò. L’Italia, ricorda l’Avvocatura, ha affrontato enormi spese per far seguire il complesso caso a un team internazionali di legali, oltre ad aver dato un consistente indennizzo (40 milioni di rupie) alle famiglie delle due vittime. 

Chi erano le due vittime – I due pescatori rimasti uccisi nella sparatoria del 2012 si chiamavano Ajeesh Pink e Valentine Jelastine. Oltre alle loro famiglie, un risarcimento (20 milioni di rupie) è stato riconosciuto anche a Freddy Bosco, proprietario del St. Antony, rimasto ferito. I due marò erano a bordo della petroliera impegnati in una missione anti-pirateria. I due spararono alcuni colpi di avvertimento in acqua ma alcuni proiettili finirono contro il peschereccio che si era avvicinato pericolosamente alla nave. Questo avvicinamento (il barchino era a 90-100

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