L’avvocato dei morti viventi: l’Italia in mani straniere
Come Vlad l’Inestinto, Giuseppe Conte sopravvive a se stesso a modo suo, fingendo di essere vivo tra le anime morte del Parlamento italiano, cioè i disperati peones del patetico “uno vale uno” e la puntuale ciurma dei voltagabbana di cui è provvida la gloriosa tradizione italica.
Sbiadisce il finto outsider Matteo Renzi, campione dello spreco: l’unico autentico talento affabulatorio comparso sulla scena, da anni, subito messosi al servizio della guerra santa dei Marchionne e dei Burioni, dei Tony Blair d’ogni tempo, dei signori di BlackRock a cui regalare il succulento boccone di Poste Italiane, azienda in ottima salute e dunque semi-privatizzata ad personam. Sul trono sembra restare il sempre più precario Re Travicello di Volturara Appula, con la sua rete di servizi segreti e cardinali che lo utilizzò già nel 2018 come testa di legno, infiltrato dormiente del vero potere, allarmato dalle inquietudini elettorali che sembravano agitare il partito-chiesa dei No-Tap, No-Muos, No-Ilva, No-Tutto.
Unico vero pericolo, il roboante Salvini: stop agli sbarchi selvaggi (la farsa opaca dell’accoglienza) e il fantasma della “flat tax” come bandiera per reclamare il recupero della sovranità finanziaria, perduta in virtù dell’euro-sottomissione contro cui prometteva di battersi Paolo Savona, subito fulminato da Mattarella. Tolta la maschera, resta in sella l’eterno, solidissimo super-potere (straniero e trasversale, anti-italiano benché supportato da valenti collaborazionisti) che utilizza da quasi trent’anni gli ominicchi di quello che i 5 Stelle, ora alleati, fino al 2019 chiamavano il Partito di Bibbiano, cioè la “gioiosa macchina da guerra” progettata da eminenti officine internazionali e affidata a Massimo D’Alema e Giorgio Napolitano con attorno una variopinta congerie di personaggi di calibro infinitamente minore, dall’acefalo Bersani (oggi rappresentato da un fior di ministro come Speranza) all’altrettanto sconcertante Zingaretti, l’aparatchik romano-sovietico che voleva imporre ai medici la vaccinazione antinfluenzale, oltre 100 milioni di euro (questa risulta la spesa, condivisa con la Calabria) finiti sostanzialmente nella spazzatura, insieme agli altri 14 milioni di euro per le mascherine acquistate e mai consegnate alla Regione Lazio.
Opportunismo tattico: i grigi mestatori del Pd sono riusciti persino a utilizzare Renzi per neutralizzare il grottesco cesarismo di Conte, i cui “azionisti di riferimento” gli avevano chiesto di affidare l’intero malloppo del Recovery Plan a pochi commissari di stretta fiducia, bypassando non solo il Parlamento, ma anche i partiti al governo. Grazie all’insurrezione renziana, si dice, si è raggiunto almeno un risultato: far diventare digeribile il Recovery, cestinando l’oscena versione proposta in prima battuta da “Giuseppi”, per conto dei poteri a cui risponde, in proprio. Poteri che impongono l’ennesima genuflessione dell’Italia, ma stavolta in un’ottica minacciosamente terminale, quella del Grande Reset che vorrebbe la morte civile della nazione, la fine delle piccole imprese e l’eutanasia della democrazia, a colpi di decreti, a cui gli ex cittadini (possibilmente sudditi) dovrebbero piegarsi, marcendo nella paura fino a rinunciare a vivere.
Giganteggia la Cina, sulla “cavalcata dei morti” guidata da Conte: la Cina a cui Bergoglio, reduce da una storica alleanza anche formale con i Rothschild, ha affidato il potere di nomina dei vescovi cattolici. Troneggia l’oligarchia transnazionale che ha fatto di tutto per sfrattare l’indocile Donald Trump, e che in Europa ha bisogno di un’Italia azzerata, già annientata nel Mediterraneo, e domani estinta anche come player economico. E’ il paese dove il signor Elkann incassa miliardi per l’ex Fiat e fabbrica mascherine pagate dal governo, però le tasse le versa all’estero. In più stipendia giornalisti (”Stampa” e “Repubblica”, “l’Espresso”) e cede l’Fca ai francesi e l’Iveco ai cinesi, senza che l’eroico Landini batta ciglio, neppure di fronte al genocidio sociale di milioni di lavoratori. Zingaretti e colleghi si apprestano a regnare su una specie di cimitero, con l’aiuto dei “volonterosi responsabili”. Come sempre, tratteranno: chiederanno ai padroni per quanto tempo ancora il capo dei becchini, formalmente, dovrà essere il loro piccolo, oscuro avvocato pugliese.
(Giorgio Cattaneo, 21 gennaio 2021).
Fonte: LibreIdee.org