La Rapida Crescita dei Buchi Neri Supermassicci nell’Universo Primordiale

Lo studio collega le emissioni di raggi X da quasar distanti alla crescita rapida dei buchi neri supermassicci primordiali, sfidando la fisica convenzionale. Il collegamento tra emissioni di raggi X e venti di materia espulsi rivela nuove prospettive sulla formazione dei buchi neri.

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I ricercatori hanno collegato le emissioni di raggi X provenienti da 21 quasar distanti alla rapida crescita dei buchi neri supermassicci nell’Universo primordiale, mettendo in discussione la fisica convenzionale con scoperte di tassi di accrescimento super-Eddington. Lo studio, pubblicato su Astronomy & Astrophysics, ha analizzato 21 dei quasar più distanti mai scoperti, osservati attraverso i telescopi spaziali XMM-Newton e Chandra. Questi quasar, galassie attive alimentate da buchi neri supermassicci al centro, sono stati formati durante l’alba cosmica dell’Universo, mostrando un accrescimento estremamente rapido e intenso che spiega le loro enormi masse nell’Universo primordiale.

I quasar sono tra gli oggetti più luminosi e distanti dell’Universo, emettendo enormi quantità di energia mentre attraggono materia. Questa ricerca ha analizzato quelli risalenti a un periodo in cui l’Universo aveva meno di un miliardo di anni, posizionandoli tra le prime strutture cosmiche osservate. L’analisi delle emissioni di raggi X ha rivelato un collegamento tra la forma di queste emissioni e la velocità dei venti


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