La fast fashion fa aumentare esponenzialmente i rifiuti tessili che produciamo, finalmente arriva il progetto per riciclarli
Dare nuova vita ai rifiuti tessili prodotti dalle aziende e dai comuni cittadini, impedendo che finiscano in discarica ogni anno quasi 500mila tonnellate di rifiuti. È quanto si propone di fare il consorzio Ecotessili che, in attesa di conoscere le norme applicative all’interno delle quali potrà muoversi, lancia in questo autunno un progetto pilota per la raccolta, il riutilizzo e il riciclo dei rifiuti tessili.
I rifiuti prodotti dal settore tessile sono in aumento anno dopo anno e, benché nella maggior parte dei casi non siano pericolosi, rappresentano comunque uno spreco e possono invece essere strategici nel Piano d’azione europeo sull’economia circolare.
Secondo lo studio “L’Italia del Riciclo 2021”, realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e da Fise Unicircular, il settore tessile ha infatti prodotto nel 2019 circa 480.000 t di rifiuti, con un deciso aumento (+39%) rispetto al 2010.
In attesa di conoscere il quadro normativo all’interno del quale potrà svolgere le sue attività, il consorzio Ecotessili ha così deciso di iniziare a fare qualcosa di concreto, annunciando di voler promuovere in questo autunno un primo progetto pilota per la raccolta, il riutilizzo e il riciclo dei rifiuti tessili. Il Consorzio, promosso da Federdistribuzione e costituito alla fine del 2021 nell’ambito del Sistema Ecolight, è infatti nato per dar vita a una filiera virtuosa nella gestione del fine vita dei prodotti tessili, filiera che – in ottemperanza alle indicazioni europee – coinvolge produttori, importatori e distributori in un’economia circolare dei tessuti.
Complice anche la fast fashion,
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