Il Domani scopre che Meloni ha «riferimenti solidi» e bacchetta il Pd: «In gioco l’egemonia culturale»
Con un lungo articolo firmato da Enrico Pedemonte, il Domani prende atto del fatto che Giorgia Meloni fa sul serio, che il suo programma e le sue azioni si basano su riferimenti politici e culturali solidi, come le idee di Roger Scruton, e che si candida, guardata con attenzione dall’estero, a diventare una leader, ma anche “la” leader, del conservatorismo europeo e non solo, più di quanto il suo ruolo di presidente dell’Ecr già non la renda.
L’avvertimento alla sinistra: in gioco c’è «l’egemonia culturale»
Ma l’articolo, naturalmente, non ha l’intento di elogiare il premier, sebbene finisca indirettamente per farlo. Ha, invece, lo scopo di mandare un messaggio alla sinistra. In sostanza, Pedemonte, citando un precedente allarme della collega Giorgia Serughetti sulla «sfida per l’egemonia culturale» lanciata da Meloni, invita la sinistra nostrana a darsi una svegliata, smettendola di considerarne «la visione del mondo mera paccottiglia post fascista». Un richiamo dal quale la sinistra esce demolita nella sua ottusità.
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La visione del mondo di Meloni non è «paccottiglia post fascista»
Colpisce che per giungere a questa analisi il Domani si affidi alle analisi della stampa estera. L’articolo cita un pezzo del 26 settembre, il giorno dopo le elezioni, di The Spectator world, «l’edizione internazionale del settimanale The Spectator, colonna storica del conservatorismo britannico», il cui titolo era: «I conservatori americani dovrebbero ispirarsi a Meloni». A partire da questo si ricorda che il magazine «ormai da mesi guarda a Meloni come alla leader europea di una destra, pur radicale, che rompa con l’estremismo economico di Margaret Thatcher per tornare a politiche più attente ai problemi sociali. E si fa beffe del New York Times che in un solo articolo arriva a definirla 28 volte “fascista”». «Al contrario – prosegue Domani
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