Holodomor, il massacro comunista: 4 milioni di morti in 6 mesi. Stalin pianificò lo sterminio
“Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri”, scriveva ottant’anni fa George Orwell nel romanzo allegorico “La fattoria degli animali”. Non è solo una bizzarria creativa. Vale ancora nella società contemporanea. Vale anche nella memoria collettiva, nel peso e nell’importanza che vengono riconosciute a date e avvenimenti. Lo si è visto il 26 novembre, giornata dedicata alla commemorazione dell’Holodomor (termine ucraino composto da “Olod”. fame – carestia, e “mòryty”, uccidere – affamare, il cui significato è: “procurare intenzionalmente la morte per fame”) attuato dall’Unione Sovietica per piegare la resistenza dei contadini alla collettivizzazione e liquidare l’élite nazionale. Si è trattato del più imponente massacro della storia europea del XX secolo dopo la Shoah: quattro milioni di morti in appena sei mesi, da gennaio a giugno 1933.
Holodomor, l’Ucraina “colpevole” di resistere ai comunisti
Fu lo stesso Stalin a pianificare lo sterminio. L’Ucraina doveva pagare la sua resistenza al regime comunista, resistenza manifestatasi durante la guerra civile seguita alla rivoluzione bolscevica. Troppo conservatori e anticomunisti gli ucraini per le politiche collettivistiche. La parola d’ordine dell’apparato fu allora di “spezzare la schiena alla classe contadina”. Il Paese fu isolato. Tutte le forniture di cibo e il bestiame confiscate. E non ci fu scampo per nessuno. Per chi fosse stato sorpreso a rubare sarebbe scattata la fucilazione o la detenzione superiore a dieci anni, secondo la legge del 7 agosto del 1932, detta “delle cinque spighe”, proposta da Stalin in persona. E fu l’inferno. Secondo gli stessi rapporti riservati della polizia di Kiev dilagò il cannibalismo, nelle forme più bestiali, con i genitori che arrivarono a mangiare i propri figli, la desertificazione di interi villaggi, l’impazzimento collettivo, mentre la repressione era accompagnata da un attacco spietato alla cultura ucraina, alla
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