Gli europei non si sono fidati della pace cinese. Le Corre spiega perché
A tre mesi dall’improvvisa decisione di revocare le restrizioni sanitarie durate sin dall’inizio della pandemia, la Cina sembra decisa a migliorare la propria immagine, recuperando terreno in un contesto generale poco favorevole. La visita a Monaco, Parigi, Roma, Budapest e infine Mosca di Wang Yi, membro del politburo del Partito Comunista Cinese e massimo esponente della politica estera di Pechino, è stata l’apice (finora) di questa charme offensive — avviata al forum di Davos dal consigliere economico più importante, Liu He e in moto anche con la visita del ministro degli Esteri Qin Gang in Indonesia.
Ripresi gli incontri bilaterali, compresi due faccia a faccia di Wang e Liu con i segretari di Stato e al Tesoro statunitense, Pechino spera di ripristinare la propria immagine dopo tre anni molto complicati. Ma già questo inizio ha avuto dei problemi.
L’idea di Wang è di catturare l’attenzione internazionale (soprattutto europea) anche attraverso il piano di pace per l’Ucraina che ha portato con sé nel suo viaggio tra le capitali del Vecchio Continente. “Penso che la Cina sia desiderosa di fare
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