“Ferire la natura significa ferire noi stessi”, l’ancestrale insegnamento del Dio Maya Huracán è oggi attuale più che mai
Huracán e K’awiil erano manifestazioni divine di un’unica forza cosmica per i Maya: queste divinità mostrano come il mondo antico vedeva l’interconnessione tra uomo e natura, in un universo in costante trasformazione
A cosa pensate quando sentite parlare di “uragano”? Probabilmente all’immagine di strade allagate e tetti scoperchiati. Ma per i Maya, l’uragano era molto di più: era Huracán, un dio potente e complesso, creatore e distruttore allo stesso tempo. Accanto a lui, c’era K’awiil, una divinità con la gamba a forma di serpente e la fronte infuocata, capace di evocare fulmini e aprire varchi verso altri mondi. Due divinità che si intrecciano e si confondono, in un universo dove tutto è collegato e in perenne mutamento.
Facciamo un salto nella cosmologia Maya, dove tutto è un grande mix di natura e spiritualità, senza un “Dio del Tuono” come Thor o una “Dea dell’Amore” come Afrodite. Gli antichi Maya, infatti, non sprecavano tempo a inchinarsi davanti a un pantheon di divinità isolate e
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