Fast-food: non solo McDonalds, queste sono le catene con le peggiori condizioni negli allevamenti di polli
Un nuovo rapporto in collaborazione con Animal Equality mette in evidenza il mancato rispetto degli impegni presi dalle aziende del fast-food per garantire benessere dei polli da carne nei propri allevamenti. Per il corrente anno i dati resi pubblici sono raccapriccianti
Impegni presi solo a parole per assicurare un maggiore benessere dei polli all’interno degli allevamenti e progressi visibili difficilmente persino con un cannocchiale. A denunciare la situazione nella scioccante realtà dei fast-food è il nuovo report The Pecking Order 2022 realizzato dall’associazione World Animal Protection, in collaborazione con Animal Equality.
Il rapporto intende evidenziare i passi fatti dai grandi colossi della ristorazione secondo i criteri del European Chicken Commitment che ogni azienda UE è tenuta a mettere in atto. A ciascuna viene assegnato un punteggio che va da 1 (posizione leader) a 6 (molto scarso). Nel corrente anno, purtroppo, i passi avanti sono stati infinitesimali, se non del tutto assenti. Troppo poco è stato fatto per garantire il benessere dei polli nelle catene di approvvigionamento.
I risultati
Dal report emerge che l’89% delle aziende ha ottenuto il punteggio più basso, pari a 6, e che gli standard del benessere dei polli ECC non hanno trovato, di conseguenza, una seria applicazione. Negli allevamenti i polli continuano a essere sottoposti a violenze inaudite e a vivere in ambienti sovraffollati e insalubri, tra carcasse in decomposizione e luce artificiale. (Leggi anche:Carcasse in decomposizione, fratture alle ossa e ferite: il lato oscuro degli allevamenti di….
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