COVID, L’AVV. GRIMALDI: CHIEDIAMO UN PROTOCOLLO NAZIONALE DI CURE DOMICILIARI.

AGENPARL- Siamo a più di un anno di lotta al Covid e i tanti provvedimenti adottati, così come l’imposizione di determinati protocolli sanitari ospedalieri e domiciliari, non hanno prodotto i risultati che ci aspettavamo.
L’Italia si classifica tra i primi paesi al mondo per numero di morti e la gestione della pandemia non può essere considerata un’eccellenza.
Era il 30 Aprile 2020 quando l’avv. Erich Grimaldi, del foro di Napoli, a mezzo pec inviò una richiesta al Presidente del Consiglio, nonché al Ministero della Salute e a tutte le regioni, affinché si definisse un protocollo univoco nazionale al fine di ottenere una cura domiciliare tempestiva adeguata per tutti i cittadini, senza discriminazioni territoriali, rafforzando la medicina locale anche attraverso l’implementazione delle Unità Speciali di Continuità Assistenziale (USCA) in ogni regione.
La richiesta rimase totalmente inascoltata dagli organi ufficiali competenti.
Nacque così, il 19 Aprile 2020, in piena pandemia, da un’idea dello stesso avvocato Grimaldi,  il gruppo Facebook #terapiadomiciliaricovid19 in ogni regione.
Un vero e proprio pronto soccorso virtuale dove confluiscono medici di ogni regione al fine di confrontarsi, attraverso esperienze e conoscenze medico scientifiche, per condividere uno schema terapeutico di cure domiciliari precoci del Covid 19,  al solo scopo di supportare la popolazione in un grave momento di difficoltà.
Il gruppo vanta oggi quasi 260 mila iscritti in continuo aumento ed è diventato un punto di riferimento e di supporto per centinaia di cittadini.
«Volevo far dialogare i territori sulle terapie. – spiega il fondatore Erich Grimaldi – Oggi sappiamo di più sul virus, ma a marzo tutti rimanevano a casa con la tachipirina in attesa di un eventuale peggioramento. Poi siamo riusciti a capire che molti medici inizialmente non utilizzavano solo la tachipirina, ma anche l’idrossiclorochina e l’azitromicina e successivamente, in caso di tromboembolia, l’eparina. Successivamente l’idrossiclorochina è stata proibita dall’AIFA. Nella seconda ondata le richieste di aiuto si sono moltiplicate perché in estate non è stato predisposto un aggiornamento dei medici di Medicina Generale (MMG). In tante città i MMG non sapevano cosa fossero le piattaforme, non sapevano abilitare le USCA, né quali fossero le terapie da adottare. Purtroppo devo segnalare con amarezza che ancora oggi, a marzo 2021, c’è chi non sa come curare i malati Covid nella fase domiciliare. Per questo è fondamentale la condivisione»
Dopo una prima sospensione a luglio 2020 da parte dell’Agenzia italiana del Farmaco, circa l’uso sperimentale dell’idrossiclorochina al di fuori degli studi clinici (https://www.aifa.gov.it/documents/20142/1123276/idrossiclorochina_22.07.2020.pdf/764add8f-f08f-0e26-df75-952986e54b8b), il Consiglio di Stato, con un’ordinanza risalente all’11 dicembre 2020 (https://www.giustizia-amministrativa.it/portale/pages/istituzionale/visualizza?nodeRef=&schema=cds&nrg=202009070&nomeFile=202007097_15.html&subDir=Provvedimenti), ne riabilita l’uso sulla base di innumerevoli evidenze empiriche da parte dei medici del gruppo, che hanno dimostrato funzionare benissimo in una fase iniziale del Coronavirus, contro la replicazione virale del virus e quindi la tempesta citochinica che è quella che dopo cinque/sette giorni può portare alla terapia intensiva.

Con una decisione storica i giudici di Palazzo Spada hanno accolto il ricorso degli avvocati Erich Grimaldi e la collega Valentina Piraino del Foro di Roma.
L’intraprendenza dell’avvocato Grimaldi non si è limitata al solo gruppo Facebook. Si è creato a novembre 2020 il Comitato Cure Domiciliari Covid, per rendere collettiva la battaglia e tra i suoi soci onorari vanta centinaia di professionisti sanitari: tra loro gli italiani Andrea Mangiagalli e Luigi Cavanna, ma anche Fabrizio Salvucci, Riccardo Szusmki, Andrea Stramezzi, Serafino Fazio. A sostenere le iniziative del Comitato anche gli statunitensi Harvey Risch, della Yale School of Public Health, e Peter McCullough, del Baylor University Medical Center di Dallas, i brasiliani Sylvio Provenzano e Flavio Antonio De SÁ Ribeiro.
Un’importante azione legale è stata intrapresa dai medici del Comitato di Cura Domiciliare Covid 19 contro il Ministero della Salute e l’AIFA, in riferimento alla nota (datata 9 dicembre 2020) che conteneva i “principi di gestione dei casi Covid-19 nel setting domiciliare”, nella quale si raccomandava per i casi lievi, durante l’esordio della malattia, la sola “vigile attesa” in associazione a trattamenti sintomatici quale, ad esempio, la somministrazione di paracetamolo, (tachipirina), fans, o l’eparina ma solo nel caso di allettati ed escludendo di fatto altri farmaci utilizzati dai medici di medicina generale nel curare il Coronavirus.
Il Tribunale amministrativo di Roma ha giudicato fondato il ricorso dei medici nel far valere il proprio diritto e dovere di prescrivere i farmaci che essi ritengono più opportuni secondo scienza e coscienza, come riporta l’ordinanza pubblicata il 4 marzo del 2021 dal TAR del Lazio.
Il presidente del Comitato Cura Domiciliare Covid-19 si dimostra soddisfatto per la decisione: «Il Tribunale ha compreso che lasciare i pazienti senza cure precoci a domicilio è assolutamente inaccettabile. Ora ci aspettiamo una revisione immediata delle linee guida ministeriali, tenendo conto dello schema terapeutico redatto dai nostri medici (di diverse specializzazioni, ndr) per le cure domiciliari precoci nell’interesse di tutto il Paese».
Si auspica un cambiamento delle linee guida da parte del Ministero, sulla base dello schema terapeutico proposto.
Infatti il 10 marzo scorso il Comitato Cura Domiciliare Covid, ha incontrato il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri per proporre una collaborazione finalizzata alla modifica delle linee guida nazionali per le cure domiciliari precoci Covid 19 e per suggerire il professor Luigi Cavanna come componente di un tavolo di lavoro istituzionale (Cts) .
È importante inoltre sensibilizzare anche gli assessori regionali alla salute nel più breve tempo possibile, come già accaduto nella Regione Piemonte che, adottando un nuovo protocollo a partire dalla provincia di Alessandria, ha conseguito un drastico crollo di ricoveri e decessi.
A seguire anche la regione Molise e Abruzzo.
Proprio per questo il Comitato Cura Domiciliare Covid 19, giovedì 18 marzo 2021 ha partecipato ad un’audizione della VII Commissione consiliare permanente della Regione Lazio, per parlare del diritto alla cura tempestiva domiciliare nell’epidemia di Covid 19.
È stato illustrato l’encomiabile lavoro svolto fino ad ora e proposto di prendere in considerazione lo schema terapeutico del Comitato come possibile linea guida da diffondere sul territorio.
Al webinar, organizzato dalla medesima Commissione, ha visto la partecipazione per la Regione Lazio il presidente Giuseppe Simeoni, il capo segreteria Egidio Schiavetti, il dirigente di Area Integrata del Territorio Antonio Mastromattei, e i consiglieri regionali Marco Cacciatore, Orlando Tripodi e Paolo Ciani.
Per il Comitato Cura Domiciliare Covid hanno partecipato il presidente e avvocato Erich Grimaldi, il prof. Luigi Cavanna, primario del reparto di oncologia dell’ospedale di Piacenza e membro del consiglio scientifico del Comitato, la dottoressa Cristina Patrizi, medico di medicina generale e consigliere dell’ordine dei medici di Roma e la Portavoce del Comitato Valentina Rigano.
Ci auguriamo che il confronto tra le varie parti possa condurre all’adozione di tutte quelle azioni, in precedenza mancanti, che consentano un controllo più efficace nella gestione della crisi in tutti gli stadi della malattia.
Troppi mesi sono passati senza che siano stati ascoltati seri professionisti che, presenti in prima linea e mettendo anima e corpo nell’esercizio della loro arte medica, hanno contribuito fattivamente al contrasto alla pandemia e alla salvaguardia della vita umana.
Fonte: Agenparl.eu

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