Covid, Abrignani: «L’isolamento è stato utile. Il 40% dei vaccinati può infettarsi»

di Margherita De Bac

L’immunologo: «Attenzione, ma non allarme. La risalita dei casi non è rapida. La sottovariante Omicron BA 5 riesce ad aggirare il sistema immunitario»

Professor Sergio Abrignani siamo alle solite, un’altra estate col magone? «I contagi sono in crescita eppure non vedo segnali di allarme eccessivo. Ora il virus è più contagioso ma meno aggressivo, i ricoveri in ospedale non salgono in proporzione ai casi di infezione. Attenti sì, non preoccupati», sdrammatizza l’immunologo dell’Università Statale di Milano.

l virus ci ha sorpresi di nuovo? Ad aprile tutti scommettevamo sulla discesa dell’epidemia con l’arrivo del bel tempo e invece…

«In effetti sorprende che mentre in estate tutti i virus respiratori tendono a sparire questo è stato capace di un colpo di coda esprimendosi con un picco fuori stagione e con una sottovariante più trasmissibile, sebbene non di molto. Sta cercando la sua strada fra di noi».

Non di molto, lei dice? BA 5 viene considerata contagiosa quanto il morbillo con un infetto che ne contagia altri 15.

«A novembre, quando è comparsa Omicron, la risalita è stata più rapida. Adesso è sensibile però non impressionante, non esplosiva. Ricordiamoci che lo scorso inverno questa variante in poche settimane ha soppiantato Delta mentre oggi l’ascesa delle sottovarianti BA 4 e 5 è graduale».

Quali vantaggi ha dunque acquisito il nuovo virus?
«Ha a disposizione un bacino di persone suscettibili più ampio grazie alla capacità di aggirare le difese del sistema immunitario eretto dalla vaccinazione o da precedenti infezioni naturali. Il 40% dei vaccinati si può infettare e il 7% per la seconda volta, il doppio rispetto alle altre varianti».

Complice anche l’allentamento delle misure di prevenzione come la mascherina e il distanziamento?
«In tutta Europa le misure di contenimento sono state quasi completamente eliminate, l’Italia le ha mantenute più a lungo e non sarebbe stato accettabile dal punto di vista sociale prorogarle perché la vita normale deve riprendere. Non penso che torneremo indietro ripristinandole. Anche perché c’è la prospettiva concreta di avere un vaccino aggiornato in autunno, disegnato sulla variante Omicron, quindi più efficace rispetto a quello basato sul virus originario, di inizio pandemia. I dati preliminari già pubblici sono molto promettenti».

Saremo chiamati a ricevere la quarta dose?
«Non si tratta di quarta dose, ma di nuova vaccinazione. Come l’antinfluenzale. Ogni anno il virus dell’influenza cambia e dobbiamo cambiare vaccino».

C’è chi ipotizza di rinunciare anche all’isolamento dei positivi. Equivarrebbe a un liberi tutti. È d’accordo?
«Abolire l’obbligo di isolamento significherebbe accettare un rapporto di convivenza “totale” col virus
, rinunciare a contenerlo del tutto, mettendo in conto di perdere più persone. Si pensi che tra il 15 maggio e metà giugno abbiamo avuto circa 2.000 morti da Covid, la metà però del mese precedente. È plausibile che se non ci fosse stato l’obbligo d’isolamento per i positivi avremmo pianto più morti, ma sarebbe come accettare il rischio di sostenere una forma di influenza grave».

Troppo presto per compiere questo passo?
«Come azione di sanità pubblica potrebbe apparire sbagliato, non lo è se lo controbilanciamo con il desiderio di ritorno alla “vita normale” dopo piu di due anni. Abbiamo vissuto inverni alle prese con epidemie influenzali pesanti, l’ultima nel 2018 che fece circa 8-10.000 vittime. Eppure i malati non dovevano restare a casa, isolati in quarantena. L’ipotesi al momento è di entrare in questo ordine di idee».

Covid, Abrignani: «L’isolamento è stato utile. Il 40% dei vaccinati può infettarsi»

Fonte: https://www.corriere.it/cronache/22_giugno_19/covid-abrignani-l-isolamento-stato-utile-40percento-vaccinati-puo-infettarsi-c753ebd0-ef40-11ec-a857-1c72e4e6aad3.shtml

 

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