Come funziona la tassa sugli extraprofitti delle banche
Prima della pausa estiva, nell’ultimo Consiglio dei ministri pre-vacanze, il governo ha introdotto una tassa sugli extraprofitti realizzati dalle banche grazie al rialzo dei tassi d’interesse. Una mossa a sorpresa, inserita tra i due decreti omnibus varati in Cdm, che porterà non a tassare i profitti degli istituti, ma a effettuare un prelievo sul margine d’interesse (e non sull’utile netto). Ma come funziona e cosa prevede la tassa sugli extraprofitti che il governo spera di poter utilizzare per finanziare anche la manovra?
Come funziona la tassa sugli extraprofitti delle banche
L’imposta della tassa viene determinato applicando l’aliquota pari al 40% sul maggior valore tra due basi imponibili, utilizzando quella che è la somma maggiore. In pratica si effettua il prelievo se il margine d’interesse del 2022 eccede di almeno il 3% il valore relativo al 2021. Il tetto sale al 6% nel caso in cui il confronto sia tra il 2023 e il 2021.
In ogni caso l’imposta non potrà essere superiore a una quota pari al 25% del valore del patrimonio netto risultante alla data di chiusura dell’esercizio antecedente
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