Bernard Quiriny: Piccolo Itinerario di un surrealista nell’ombra.

Quando, dopo millenni di evoluzione stilistica, il panorama culturale di ogni genere giunge a una propria saturazione effettiva, accade, per volere di menti visionarie, un fenomeno strano.

Nascono le avanguardie.

Movimenti eccentrici, fondati sull’esplorazione di universi interiori affiorati a pari passo col progresso scientifico e sociale. Un esempio ne è il surrealismo.

Perché non dare un colore a una parola? Perché non stravolgere l’ordine percettivo delle cose? Perché non dimenticarsi di quanto appreso e dare libero sfogo alla propria fanciullesca immaginazione?

È quello che ha fatto lo scrittore Belga Bernard Quiriny (1978) all’interno delle sue otto pubblicazioni (Cinque in Italia).

La necessità di narrare una storia consequenziale e ben dettagliata viene meno all’interno del mondo parallelo creato da Quiriny.

I racconti, spesso suddivisi in raccolte, non sfociano mai in un’ampiezza narrativa, ma rimangono brevi e concisi. Anche solo poche righe possono bastare.

Non serve rilegarsi all’interno di uno schema di scrittura. Ambienti e personaggi possono variare, modificarsi nel corso dell’opera o, addirittura, scomparire nel nulla dopo poche righe.

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Non vi sono quasi mai protagonisti o personaggi di spicco, eccezion fatta per il Dandy Gould, e quando essi dovessero apparire, si distaccano radicalmente da ogni definizione di “Normalità”.

Nonostante si tratti di opere prettamente parodistiche, quelle di di Quiriny, lo stile adottato dall’autore rimane costante nella sua raffinatezza lessicale.

È proprio questo contrasto tra assurdo e eleganza che permette, sin dalle prime letture, l’entrata in una dimensione grottesca.

Sfortunatamente, nonostante i numerosi riconoscimenti, lo scrittore Belga rimane nascosto nell’ombra e, ad aggravare il suo ingiusto “oblio”, non tutte le sue opere sono facilmente reperibili nel nostro paese.

Non possono mancare, ovviamente, scenari di critica, effettuata tramite parodia, e visioni di un mondo politico comunitario.

Ne è un esempio la favola distopica “Le Assetate”, dove un paese viene governato da un sistema totalitarista femminile e, analizzando attentamente l’operato dittatoriale, i vari personaggi si scambiano idee e considerazioni.

Bernard Quiriny è l’esempio più lampante di “Scrittore distaccato”, disinteressato al sistema commerciale dell’arte narrativa e costantemente recluso all’interno di un mondo creato su misura.

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È un ottimo punto di partenza per approcciarsi alla letteratura avanguardista contemporanea.

Anche se, riconoscimenti a parte, non gode del successo meritato.

Tuttavia, lo abbiamo già detto, Perché non dare un colore a una parola? Perché non stravolgere l’ordine percettivo delle cose? Perché non dimenticarsi di quanto appreso e dare libero sfogo alla propria fanciullesca immaginazione?

Perché si appare strani agli occhi dei più? Tanto meglio.

“La civiltà del cemento sta facendo danni irreparabili. Per non vederlo, ormai, non resta che circondarsene, rifugiandosi proprio all’interno di un edificio di cemento. Ma se lo facciamo entrare anche nelle case, allora non resta proprio alcuna via di fuga.”

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