Autonomia regionale: da Meloni nessuno stop, solo l’impegno a non lasciare nessuno indietro
I giornaloni non hanno perso tempo a decifrare le parole («no a italiani di serie A e di serie B») pronunciate ieri da Giorgia Meloni come un altolà intimato all’autonomia differenziata. In realtà, non è così. Innanzitutto, la premier parlava a 5000 sindaci accorsi a Roma per l’evento Polis organizzato da Poste Italiane. Erano i Primi cittadini dei piccoli Comuni, quelli che maggiormente risentono della rarefazione dei servizi, della penuria di risorse e della scarsezza di personale. In pratica, sono i più esposti nella trincea dell’amministrazione pubblica. Era soprattutto a loro che si riferiva la Meloni quando tratteggiava un’Italia senza differenze territoriali, con servizi uniformi e con diritti e doveri uguali per tutti. Questo non vuol dire che nel retropensiero della premier non fosse presente l’obiettivo dell’autonomia rafforzata. Tutt’altro.
La Meloni: «No a italiani di serie A e di serie B»
Ma non per imporvi uno stop, bensì per mettere in guardia circa i tanti rischi che un approccio al tema eccessivamente disinvolto e precipitoso potrebbe comportare. Tanto più che la sinistra non aspetta altro, sebbene sul progetto del regionalismo rafforzato abbondino le sue impronte digitali. Sicuro:
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