“Anche il pusher ha diritto al permesso di soggiorno”: sentenza a sorpresa del Tar dell’Umbria
Anche chi si guadagna da vivere in Italia facendo il pusher ha diritto al permesso di soggiorno sul suolo italiano: è questa la sconcertante conseguenza dell’attuale vuoto normativo.
Il Tribunale amministrativo regionale dell’Umbria ha infatti accolto la richiesta di sospensiva di uno straniero, difeso dagli avvocati Antonio Cozza e Giulia Camorri, del decreto emesso dal questore della Provincia di Perugia “con il quale è stata rigettata l’istanza volta ad ottenere il rinnovo del permesso di soggiorno”, motivato sulla base di una precedente condanna per reati inerenti gli stupefacenti.
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I giudici amministrativi, come scrive Perugia Today, pur ricordando che una condanna per tali reati “sia automaticamente ostativa al rilascio ovvero al rinnovo del titolo di soggiorno”, hanno sottolineato che tale automatismo è stato messo in dubbio dal Consiglio di Stato, che ha sollevato la questione di legittimità costituzionale.
In attesa della decisione della Corte Costituzionale, quindi, e siccome “dall’esecuzione del provvedimento deriverebbe a carico del ricorrente un pregiudizio grave ed irreparabile, comportando per lo stesso l’obbligo di lasciare il territorio dello Stato”, il Tar ha accolto l’istanza cautelare, rinviando a giugno per la camera di consiglio.
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