A Massalengo nessuno si indigna per il funerale in stile Casamonica
Immaginate il funerale di un imprenditore coinvolto in indagini di mafia con fuochi d’artificio illegalmente sparati durante il corteo funebre accompagnato da poliziotti e carabinieri e in più il lancio di palloncini bianchi. Se la scena accadesse in un qualunque paese del sud si leverebbe lo sdegno e si chiederebbero indagini senza sconti. Se accade nel dormiente lodigiano la notizia viene data di sguincio, rimane sepolta nella timida cronaca locale e non merita una mezza parola dalla politica che ha appena dismesso gli abiti per le commemorazioni di Falcone e Borsellino.
A Massalengo, nel lodigiano, corteo, inchino e fuochi d’artificio per Stefano Catanzaro. L’uomo era finito in indagini di mafia
Lo scorso lunedì, 24 luglio, si i sono svolti a Massalengo (nei pressi di Lodi) i funerali di Stefano Catanzaro, imprenditore 61enne stroncato da un malore nella sua Sicilia. “Ad attirare l’attenzione – scrive Il Giorno – dei residenti sono stati i tanti fuochi d’artificio sparati nel corso del corteo funebre, oltre alle decine di palloncini bianchi liberati alla fine della funzione religiosa”. Ma chi era Stefano Catanzaro? Nell’ambito dell’inchiesta
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