La nuova piattaforma di Zara che promette di vendere, riciclare e riparare i tuoi vestiti (è greenwashing?)
Dopo il polverone sollevato dalla campagna pubblicitaria “The Jacket” che riporterebbe la mente alle immagini della guerra in corso tra Gaza e Israele, Zara tenta di risollevare le sorti puntando sul second hand. Percorso piuttosto tortuoso per un marchio in ogni caso collegato al più sfrenato fast fashion e sul cui dubbioso approvvigionamento di materiali...
Zara ha aperto a tutta Europa “Pre-owned”, la piattaforma dove poter riparare i propri prodotti e vendere o acquistare di seconda mano. Quando il greenwashing si affida (anche) all’usato
@Zara
Dopo il polverone sollevato dalla campagna pubblicitaria “The Jacket” che riporterebbe la mente alle immagini della guerra in corso tra Gaza e Israele, Zara tenta di risollevare le sorti puntando sul second hand.
Percorso piuttosto tortuoso per un marchio in ogni caso collegato al più sfrenato fast fashion e sul cui dubbioso approvvigionamento di materiali ne sono ricche le analisi. Appena due settimane fa, infatti, uno studio riteneva che decine di marchi noti tra cui proprio Zara, si rifornirebbero di materiali, in particolare di cotone e di PVC, prodotti dal lavoro forzato del popolo uiguro.
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Ma c’è sempre una parolina magica per tutto ed è greenwashing, in nome del quale adesso il marchio di abbigliamento e accessori di proprietà del gruppo spagnolo Inditex, ha aperto a tutta Europa “Pre-owned”, la
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