Cos’hanno in comune la lettura delle carte e le previsioni sui mercati?

"E' difficile fare previsioni, specie se riguardano il futuro", diceva Niels Bohr. Eppure non smettiamo di guardare quelle sui mercati

WSI Mercati Cos’hanno in comune la lettura delle carte e le previsioni sui mercati?

di Leopoldo Gasbarro
6 Marzo 2023 11:49

“E’ difficile fare previsioni, specie se riguardano il futuro“, diceva il fisico danese Niels Bohr. Eppure 30 mila gli italiani ogni giorno chiedono un consulto a maghi, astrologi e veggenti, che si traduce in un fatturato di 8,5 miliardi di euro. Lo dice un rapporto del Codacons. Sapete cosa hanno in comune indovini, sensitivi e previsioni del mercato azionario? Tutti dicono di prevedere il futuro e si fanno pagare per questo. Fanno previsioni con i nostri soldi e danno consigli su nostro denaro. Ma ci guadagnano solo loro.

Perché chi sa come si muoveranno i mercati domani dovrebbe condividerlo con noi? Eppure alcuni investitori lo pagano comunque.

Alfred Cowles, economista americano del secolo scorso, è stato uno dei primi a testare le previsioni del mercato. Ha realizzato due studi. Il primo si basava riguardava il lasso di tempo dal 1928 al 1932. Cowles ha prima esaminato l’abilità di 20 compagnie assicurative e 16 servizi finanziari di indovinare quali


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