Mi si nota di più se… La Russia e il patto nucleare secondo Secci
Nella settimana in cui ricorre l’anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina, il Cremlino ha sventolato più volte la bandiera dei rischi legati a un escalation nucleare.
L’iniziativa più importante è stata quella annunciata martedì 21 febbraio dal presidente russo Vladimir Putin in occasione del discorso tenuto all’Assemblea Federale, ossia la sospensione della partecipazione russa al Trattato Start. L’accordo, rinnovato più volte, venne siglato da Stati Uniti e Unione Sovietica nel 1991 e rappresentò il culmine della distensione strategica tra le due superpotenze. Esso veniva a compimento di un periodo di importanti accordi sul disarmo e controllo degli armamenti (si pensi ai Trattati sulla non proliferazione nucleare o agli Accordi Salt); inoltre, fissando precisi limiti al numero di testate e vettori, prevedeva la distruzione di ordigni e dispositivi nucleari a lungo raggio già operativi, comportando con ciò una drastica riduzione dei rischi connessi allo schieramento di queste armi.
E ieri, in occasione delle celebrazioni per la Giornata dei difensori della patria, il leader russo ha annunciato il potenziamento di tutto l’arsenale russo. In particolare, Putin ha anticipato la piena operatività
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