Il mining scappa dall’Europa
I costi insostenibili del mining
Negli ultimi mesi il business nel mining di Bitcoin europeo ha subito un vero e proprio esodo. In sostanza, tutte le realtà principali del vecchio continente si sono trasferiti nel nord della Norvegia e in Svezia, per evitare costi energetici elevati, ma ora anche lì i prezzi dell’energia stanno diventando insostenibili.
Questo ha già comportato lo spegnimento di alcuni hub di mining, causato per una concatenazione di fattori tra cui anche un inverno precoce, che ha aumentato la richiesta di energia, una netta mancanza di vento nel Baltico, e i ritardi nella manutenzione programmata delle centrali nucleari in Francia, Svezia e Finlandia, senza contare anche la pressione sulla fornitura di gas naturale a causa del conflitto in Ucraina.
Fino a pochi mesi fa, i miner europei potevano contare sull’apporto dell’energia idroelettrica e sulla bassa domanda energetica, grazie all’ottimizzazione del rinnovabile in nord-europa (soprattutto in rapporto con il sud), ma i prezzi sono comunque aumentati vertiginosamente.
Solo in Norvegia, quest’anno, i prezzi dell’elettricità in dicembre sono stati in media di 18 centesimi di