Vanzina spiega Vacanze di Natale: “Abbiamo raccontato l’Italia che i registi impegnati schifavano”
«Qualche anno fa mi hanno chiamato degli amici. Li aveva cercati Toninho Cerezo dal Brasile. Era disperato: a ogni fine anno lo chiamano in decine da Roma per sapere che programmi ha per il 31. E se va a letto presto, visto che è un professionista»: Così Enrico Vanzina, in un’intervista a Repubblica in vista del quarantesimo anniversario di “Vacanze di Natale” che cadrà nel 2023.
«È stato un grande film corale in un momento molto difficile per il cinema italiano – ricorda lo sceneggiatore che ha scritto il film con il fratello Carlo, che firmava anche la regia – in tema di interpreti: tutti i migliori-Verdone, Nuti, Troisi – si erano messi a fare i registi. E allora ne abbiamo inventati di nuovi».
LEGGI ANCHE
[embedded content]
Vacanze di Natale è arrivato dove non arrivavano i film impegnati
“Le ragioni del successo di Vacanze di Natale – spiega Vanzina – sono diverse. Ma una è più precisa delle altre: il tempo ha battuto l’ideologia. Mi spiego meglio. Esisteva un certo tipo di mondo, e anche di cinema, che pretendeva di spiegare la realtà senza guardarla. Aveva un impianto ideologico e non si è reso conto di quello che invece gli stava accadendo intorno. Con quel film noi abbiamo raccontano un pezzo di Paese che avevamo di fronte e che nessuno guardava, un po’ schifato. Era una cronaca precisa di un tempo che stava cambiando. Di una certa borghesia che puntava sull’avere e non sull’essere. Lo abbiamo cercato di fare con un approccio franco, divertente ma anche drammatico. Abbandonando ogni moralismo. Ripeto: noi lo abbiamo fatto senza saperlo. Ma visto oggi Vacanze di Natale è stato un mattoncino del racconto di un cambiamento sociologico che fino a quel momento non era
LaCittaNews è un motore di ricerca di informazione in formato magazine, aggrega e rende fruibili, tramite le sue tecnologie di ricerca, in maniera automatica, gli articoli più interessanti presenti in Rete. LaCittaNews non si avvale di nessuna redazione editoriale. => DISCLAIMER