Il dramma di Riccardo Faggin, l’esperto: «È una società che non tollera i fallimenti»
Il dramma di Riccardo Faggin, morto schiantandosi con la sua auto il giorno prima della presunta discussione della sua tesi di laurea in Scienze Infermieristiche, non è un caso così isolato. Il 7 ottobre, nel fiume Reno, alla periferia di Bologna, è stato trovato il cadavere di uno studente 23enne iscritto alla facoltà di Giurisprudenza. Aveva detto ai parenti e agli amici di essere prossimo alla laurea, ma non era così.
A luglio uno studente trentenne, iscritto della facoltà di Medicina in lingua inglese dell’Università di Pavia, ma bloccato al terzo anno, prima di suicidarsi ha scritto una mail al Rettore in cui spiegava di avere paura di perdere la borsa di studio e quindi di non avere più la possibilità di alloggiare nelle residenze universitarie: «Sono lo studente che si è tolto la vita in collegio: non sono riuscito a cambiare nulla. L’Edisu (l’ente per il diritto allo studio universitario, ndr) ha cercato di aiutarmi e gliene sono molto grato ma non è solo una questione economica ma anche di (in)giustizia».
A ottobre 2021, sempre a Bologna, uno studente fuorisede è
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