Barometro dell’odio, 9 post su 100, pubblicati dai politici, sono offensivi o discriminatori
Quasi un contenuto su 10, tra quelli pubblicati online dai politici, risulta offensivo o discriminatorio, oppure incita all’odio. Lo rileva il Barometro dell’odio di Amnesty International Italia che, per la sua sesta edizione, in cinque settimane ha analizzato le pagine Facebook e gli account Twitter di 85 politici candidati alle ultime elezioni politiche, per circa 29.000 contenuti.
Nel 9% dei post e tweet i politici hanno utilizzato il linguaggio d’odio, e addirittura un contenuto su 100 incita alla discriminazione di una persona o di un gruppo di persone sulla base di caratteristiche personali o ne chiede la limitazione dei diritti. E, purtroppo, è proprio l’hate speech – il linguaggio d’odio – quello che ottiene più like, condivisioni e commenti dagli utenti. Dei contenuti offensivi, 4 su 10 sono attacchi rivolti dai politici ad altri colleghi.
I temi di cui più spesso si parla in termini di odio sono immigrazione (53%), minoranze religiose (36%), mondo della solidarietà (35%), Lgbtqia+ (31%) e giustizia di genere (26%). Ma dai post analizzati emerge anche un’altra forma di intolleranza: quella verso le persone in stato di svantaggio socio-economico.
A seconda dello schieramento di appartenenza, i
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