Orrore di Repubblica contro Piantedosi: il delirante editoriale di Merlo contro il titolare del Viminale
Francesco Merlo, ha trovato un altro bersaglio, dopo Giorgia Meloni. Matteo Piantedosi, su cui scaraventare a profusione epiteti e ragionamenti agghiaccianti. L’offesa elevata a editoriale. A margine delle pagine di Repubblica sui migranti e sulla tensione tra Italia e Francia, l’editorialista fa un ritratto dei suoi, dipingendo il titolare del Viminale come un “simbolo del branco Meloni e della nuova ferocia italiana”. Come? – si chiede Merlo – lui, ex democristiano “mite”, figlio di un preside, “cortese, e liberale nei modi, era il buon prefetto, sposato con una signora prefetto, Paola Berardino, esperta di Integrazione”. “Piantedosi, che è stato vice e “allievo” della più stimata dei prefetti, Annamaria Cancellieri”, come ha fatto a diventare così?
Fango di Merlo su “Repubblica”: “Piantedosi simbolo della nuova ferocia italiana”
Arriva un crescendo delirante. “Per quali oscure vie Matteo Piantedosi sia arrivato a caracollare impettito in testa al branco, più a destra della destra; protagonista a sorpresa di un autoritarismo bon ton, di una violenza di governo che esordì subito spavalda alla Sapienza; quasi volesse marcare il territorio con un po’ di botte agli studenti (…) E, francamente, si rabbrividisce: Piantedosi come uno che vuole marcare il territorio menando gli studenti”. Rabbrividiamo noi di fronte a parole in libertà e ad affermazioni che discorcono i fatti con un eloquio inaccettabile. A Piantedosi viene dato del fascista, violento, autoritario e feroce. “Molto meglio di Salvini, se l’è caricata tutta sulle spalle la ferocia della nuova Italia”. Poi Merlo arriva a dargli arddirittura del “servo”.
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