Urso, taglio al cuneo, incentivi, sinergia con le parti sociali: ecco come rilanceremo imprese e Made in Italy
«I padri fondatori dell’Europa partirono dalla difesa comune e dall’energia. Poi l’Europa si è costruita sul commercio, ma dobbiamo ripartire da lì: perché senza questi pilastri mancano le fondamenta» stesse del progetto europeo. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, intervenendo all’Assemblea di Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei pubblici esercizi, in corso a Roma, ha spiegato chiaramente punto di partenza e traguardi fissati per la ripresa e la crescita delle nostre attività produttive. E la tutela e il rilancio del Made in Italy.
Urso, lavoro, imprese e parti sociali: ecco il nostro metodo per rilanciare produttività e Made in Italy
Aggiungendo a stretto giro, non a caso, un inciso sulla necessità di «rendere compatibile la sostenibilità ecologica con quella sociale. Difendendo il modello italiano: e i pubblici esercizi sono una parte fondamentale del nostro modello. Il settore ha superato due stagioni di pandemia – ha sottolineato Urso – ma la terza non sarebbe sopportabile. I problemi non vanno risolti di emergenza in emergenza. Dobbiamo tornare a produrre energia e gas nel nostro territorio per ridurre i costi», ha detto il ministro delle imprese.
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Pertanto, ha quindi proseguito nella sua analisi di prospettive e problemi il ministro Urso, «noi non ci siamo limitati a reperire risorse. Ma abbiamo fatto anche un provvedimento per produrre energia ed essere più autonomi». E quindi: «Occorre anche sviluppare una politica industriale e strategica che manca da 25 anni in Italia e nel contesto Ue dobbiamo puntare ad un’armonia strategica nei settori fondamentali». Dunque, «per quanto riguarda il mio ministero – ha precisato il titolare del dicastero delle Imprese e del Made in
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