
Perché a Vienna vivono tutti in affitto?
A Vienna il 77% degli abitanti vive in affitto, e oltre la metà lo fa in alloggi a canone calmierato. È un dato che può sorprendere, soprattutto per chi è abituato a considerare il mercato immobiliare come un’arena di speculazione crescente, gentrificazione e precarietà. Ma nella capitale austriaca l’abitare non è (soltanto) una questione privata:...
A Vienna il 77% degli abitanti vive in affitto, e oltre la metà lo fa in alloggi a canone calmierato. È un dato che può sorprendere, soprattutto per chi è abituato a considerare il mercato immobiliare come un’arena di speculazione crescente, gentrificazione e precarietà. Ma nella capitale austriaca l’abitare non è (soltanto) una questione privata: è, da oltre un secolo, una politica pubblica strutturale.
A raccontarlo è il Padiglione Austria alla 18ª Biennale di Architettura di Venezia, che abbiamo visitato, intitolato “Agency for Better Living”. Qui, l’allestimento curato da Lorenzo Romito, Michael Obrist e Sabine Pollak esplora un modello alternativo e resistente: quello viennese, dove l’housing è una missione civica.
Una città che cura i suoi abitanti
Dal 1920, con l’esperienza della “Rotes Wien” (la “Vienna Rossa”), il Comune ha adottato strumenti urbanistici contro la speculazione. In questo contesto, sono nati i “superblocchi residenziali” che integravano abitazioni con piscine, biblioteche, spazi verdi e servizi collettivi. Una concezione che oggi si direbbe olistica.
A differenza di molte città europee, Vienna ha scelto di non smantellare il patrimonio pubblico. Anzi, lo ha
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