
Non dimentichiamo Ipazia d’Alessandria, barbaramente uccisa per aver difeso la bellezza della verità
Filosofa, astronoma e matematica pagana da torturare ed eliminare, le vicende di Ipazia di Alessandria ci sbattono in faccia una triste verità: le discriminazioni nei confronti delle donne è storia vecchia quanto il mondo. E noi, in vista dell’8 marzo, vogliamo ricordare questa grande scienziata
Era appena il 415 d.C., l’8 marzo, quando Ipazia fu uccisa da un tumulto di cristiani inferociti. La sua colpa? La dedizione di una donna, per di più non di fede cristiana, alla scienza e alla conoscenza non era in alcun modo ammissibile.
E allora (anche) Ipazia, che secoli dopo il teosofo Augusto Agabiti descriverà come una “martire della libertà di pensiero”, ci deve ricordare tutte le donne coraggiose, forti, ribelli e geniali che nel corso delle diverse ere hanno contribuito, o almeno tentato, a cambiare la mentalità del proprio tempo.
Dai tempi di Ipazia sono trascorsi millenni, eppure ogni giorno, ancora oggi, le donne continuano a subire ingiustizie e discriminazioni, a partire dall’istruzione e dall’accesso al mondo del lavoro per finire alle disparità economiche e ai cosiddetti femminicidi.
Chi era
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