Il drammatico racconto di Andrew Windyboy sulle scuole residenziali per bambini indigeni (e del loro genocidio culturale)
Andrew Windyboy ha ricordato quanto accadeva nelle scuole residenziali per bambini indigeni dove le lingue native erano vietate e venivano perpetrati maltrattamenti fisici, psicologici e sessuali
Andrew Windyboy, Chippewa Cree, ha raccontato in un discorso emozionante l’esperienza dolorosa delle scuole residenziali per bambini indigeni, un capitolo oscuro della storia americana e canadese. Windyboy ricorda come la sua lingua nativa, il Cree, fosse vietata e come, per ogni parola che pronunciava, fosse punito severamente.
La sua testimonianza evidenzia la brutalità e il tentativo di assimilazione forzata che ha caratterizzato queste istituzioni, che non solo cercavano di distruggere la cultura indigena, ma anche di “uccidere” simbolicamente l’identità dei bambini attraverso l’abuso fisico e psicologico.
Le scuole residenziali sono state utilizzate dai governi degli Stati Uniti e del Canada come veri e propri strumenti di genocidio culturale. Questo processo non si limitava alla soppressione delle lingue e delle tradizioni indigene, ma comportava anche maltrattamenti fisici, psicologici e sessuali, come testimoniato dalle esperienze di numerosi sopravvissuti.
Vivevano in condizioni disumane e tanti sono scomparsi senza mai avere
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