Simone, addio al posto fisso: «La mia libreria dei vip». Nel borgo di Bagno Vignoni
di Jacopo Storni
Girava il mondo in hotel a 5 stelle per vendere vestiti, un giorno scoprì il borgo termale in Toscana e tutto cambiò. Tra i suoi clienti fissi Cacciari e Christian De Sica: «D’inverno c’è poca gente, ma anche la noia è una ricchezza»
Ha raccontato a sua mamma che avrebbe lasciato il posto fisso: lei si è messa le mani nei capelli. E quando poi Simone le ha detto che avrebbe aperto una libreria in un paesino di venti abitanti si è messa a piangere. Però Simone Gallorini il posto fisso l’ha lasciato lo stesso. E oggi è il libraio di Bagno Vignoni, borgo magico nel cuore della Val d’Orcia toscana: la vasca termale incastonata tra le antiche case, l’acqua che gorgoglia e soffia vapori. E poi si arriva qui, a Librorcia, la libreria. Cascate di carta, non te l’aspetti. Tappeti persiani, cotto toscano, divani smerigliati. Un tempio di pace: sessanta metri di legno e libri, le persone entrano e diventano mute, oppure sussurrano, i loro occhi lampeggiano. Mormorano con rapimento, è quasi un’estasi, come una sindrome.
È il sogno vinto di Gallorini, che adesso è più felice anche se non sempre – economicamente parlando – arriva a fine mese. E pensare che guadagnava benissimo. Viaggiava il mondo per vendere vestiti. Però, dice lui, «erano pur sempre vestiti». Meglio libri che pantaloni, per lui è sempre stato così, sin da quando era adolescente. A 22 anni aveva già letto tutto (o quasi) l’Ottocento russo. Oblomov letto tre volte, Anna Karenina due. E poi Saramago: Cecità quattro volte. Negli alberghi a 5 stelle pagati dall’azienda si portava pile di libri nelle valigie, per immergersi dentro parole. Per capire il mondo, per comprendere se stesso.