Sembrano castagne, ma non lo sono: attenzione a non mangiarle
All’apparenza potrebbero sembrare molto simili alle castagne, ma i semi dell’Ippocastano non andrebbero mai consumati in quanto tossici. Vi spieghiamo come distinguere le “castagne matte” da quelle commestibili
La raccolta delle castagne è una delle attività più amate della stagione autunnale. Quelle che portiamo in tavola, cotte al forno o usate per preparare dolci tradizionali come il Castagnaccio, sono i frutti del castagno. Le castagne non sono soltanto buonissime, ma sono anche una straordinaria fonte di energia e vantano un alto contenuto di fibre.
Ogni anno, però, puntualmente c’è chi finisce in ospedale per intossicazione alimentare dopo aver consumato quelle che all’apparenza sembravano castagne, ma che di fatto non lo erano. Stiamo parlando degli ippocastani, che ricordano molto i frutti del castagno, ma che in realtà rappresentano un pericolo per la salute.
I semi dell’Ippocastano (il cui nome scientifico dell’albero è Aesculus hippocastanum), noti anche come “castagne matte”, sono racchiusi in ricci verdi con punte corte e distanziate. Questi contengono saponine, sostanze che hanno un effetto irritante e che possono provocare diarrea, vomito e disturbi gastrointestinali e se, ingeriti in elevate quantità, possono portare anche ad una sindrome emorragica grave.
Come distinguere gli ippocastani dalle castagne commestibili
Ma come riconoscere gli ippocastani e distinguerli dalle castagne? Mentre queste ultime si raccolgono dagli alberi di castagni nei boschi ( a un’altitudine che può variare dai 300 ai 1200 metri), gli alberi che producono gli ippocastani si possono trovare facilmente in città, lungo le strade e nei parchi.
In una fase
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