Se i politici vengono doppiati da ChatGpt. L’esperimento di Giordano
All’apparenza forse non c’è ambito di applicazione migliore per gli algoritmi generativi, come ChatGPT che sta spopolando rapidamente conquistando frotte di ammiratori, della politica e del modo in cui questa oggi comunica perché, senza scomodare Aristotele e il suo zoòn politikòn, non c’è attività sociale che riesce a esaltare meglio la natura e la poliedricità del carattere umano. Quindi, anche per superare indenni la malinconia del sabato leopardiano, ho scelto di mettere alla prova il modello di intelligenza artificiale e capire quanto la tipicizzazione linguistica che contraddistingue la comunicazione narrativa ciascun leader trovasse nel chatbot una alternativa valida e coerente.
Ho scelto volutamente, perché allineato al posizionamento leghista, come base di partenza e di parametrazione un tweet pubblicato da Matteo Salvini, giovedì 26 gennaio in cui proponeva per le baby gang “un anno di volontariato da minorenni e un anno di servizio civile o militare da maggiorenni. E vediamo se cambiano idea” e ho interrogato ChatGPT chiedendogli di riscrivere il testo come se a scriverlo fossero in sequenza Giuseppe Conte, Silvio Berlusconi, Matteo Renzi, Carlo Calenda e Giorgia Meloni.
Il
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