Prostituzione, l’Italia è pronta per una legge che punisce il cliente?
Venerdì un convegno per discutere del disegno di legge neo-abolizionista seguendo l’esempio di Svezia e Francia. La lettura dei commenti misogini degli uomini su Gnoccaforum.
«Finché ci sarà un uomo convinto di avere diritto di pagare per avere accesso al corpo di una donna non potrà mai esserci parità di genere». È netta la senatrice dei 5 stelle Alessandra Maiorino quando parla di prostituzione, una consapevolezza maturata negli anni, anche durante l’indagine conoscitiva sul tema condotta dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato e conclusasi nel 2021. Un lavoro che l’ha portata ad essere la prima firmataria del disegno di legge 2537 che rafforza la Merlin introducendo il cosiddetto modello nordico o neo-abolizionista in cui viene perseguito il cliente, identificato come il vero fattore trainante della tratta. «È un testo che intende raccogliere l’eredità del coraggio, della determinazione, della lucidità politica e del senso di giustizia della senatrice Merlin e portare a compimento il suo lavoro pionieristico» dice Maiorino.
L’occasione per presentare il ddl ufficialmente è il convegno che si terrà venerdì nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani dal titolo «Prostituzione, l’Italia è pronta per il modello nordico?». Oltre a Maiorino interverranno la ministra per le Politiche Giovanili Fabiana Dadone, la presidente della Commissione d’inchiesta sul Femminicidio Valeria Valente, la ministra per le Pari Opportunità Elena Bonetti. Tra i relatori il ministro consigliere dell’Ambasciata di Svezia, Niklas Wiberg, illustrerà i benefici dell’introduzione nel 1999 del modello nordico nel suo Paese dove il numero di persone in prostituzione è diminuito del 65%. Finora quest’ultimo è stato adottato in Finlandia, Norvegia, Islanda, Irlanda e Francia. E nel 2014 una risoluzione del Parlamento europeo invita tutti gli Stati membri ad introdurlo: «La domanda di sesso a pagamento alimenta e sostiene la tratta e il traffico delle donne e delle bambine, e la loro riduzione in schiavitù. Finché i compratori non saranno inclusi tra i responsabili di questo vile mercato, migliaia di donne continueranno ad essere ridotte a merce» ha spiegato Maiorino.
Al convegno l’ex deputata francese Maud Olivier spiegherà l’impatto che ha avuto la legge abolizionista sulla società francese mentre la parlamentare tedesca Leni Breymier, dell’Spd, spiegherà come la Germania, dove la prostituzione è legalizzata dal 2002, è diventata tra le primissime mete per i trafficanti di donne e bambini. E come ora è molto difficile tornare indietro.
Per capire le ragioni che spingono gli uomini verso questo mercato saranno letti i commenti, grondanti di violenza e misoginia, presi da siti web come Gnoccaforum
dove i compratori parlano apertamente delle proprie esperienze con le donne prostituite. Qui ci sarà d’aiuto soprattutto il gruppo di lavoro di volontari che sono dietro la pagina Instagram Sex Industry Is Violence, che tali commenti raccoglie e trasforma in grafiche. E la femminista britannica Julie Bindel,autrice de Il mito di Pretty Woman, parlerà dei risultati delle sue inchieste nei bordelli di mezzo mondo.
Al momento il ddl è stato assegnato alle commissioni Affari Costituzionali e Giustizia che dovrebbero calendarizzarlo al più presto. «Noi viviamo tutti i giorni con un mostro accanto — dice Maiorino —, non possiamo continuare a farlo. Chi difende la regolarizzazione o è in malafede o è ingenuo. D’altra parte i dati parlano chiaro». Prima di tutto va sottolineato che la prostituzione è un fenomeno di genere: il 72-75% di vittime della tratta sono donne e bambine. E il cliente è un uomo nella stragrande maggioranza dei casi.
Un problema che è stato acuito dalla guerra. Qualche settimana fa l’Organizzazione per la Sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) ha lanciato l’allarme spiegando che le profughe ucraine sono nel mirino dei trafficanti di esseri umani. «La chiave di ricerca “Ucraina” è aumentata del 600% sui siti pornografici, mentre le ricerche di “escort ucraine” sono cresciute del 200% sui motori di ricerca» ha detto Valiant Richey, coordinatore per la lotta al traffico di esseri umani dell’Osce.
A chi sostiene la tesi della prostituzione per libera scelta ha risposto nel 2019 la Corte Costituzionale ribadendo che tale attività non è riconducibile a una sfera di autodeterminazione sessuale e di esplicazione della personalità mediante la sessualità.
Il ddl prevede una multa da 1500 a 5000 euro per chi acquisti prestazioni sessuali e l’ammonizione da parte del questore. Per chi venisse trovato a comprare sesso più di una volta in cinque anni, la multa aumenta (da 5mila a 15mila euro) e si aggiunge il carcere, da sei mesi a tre anni, evitabili solo partecipando «con successo» ai percorsi destinati agli autori di violenza di genere.
Prostituzione, l’Italia è pronta per una legge che punisce il cliente?