Prima il gas, poi il governo. Meloni preferisce mandare Draghi a trattare a Bruxelles
La leader di FdI giurerà dopo il Consiglio europeo del 20-21 ottobre sull’energia: a rappresentare l’Italia ci sarà il premier uscente. Intanto, a sorpresa, apre alle proposte della Francia
Due telefoni, una calcolatrice e un calendario. E’ la cassetta degli attrezzi di Giorgia Meloni, ritornata nella sua torre d’avorio al sesto piano della Camera dopo il blitz milanese alla Coldiretti. Con la prima linea si tiene in contatto “costante” con il governo. Dallo stimatissimo ministro Roberto Cingolani, definito una “riserva della nazione”, per passare a Mario Draghi con il quale ha trovato un accordo: sarà il premier uscente a rappresentare l’Italia al Consiglio europeo del 20 e 21 ottobre. Lei giurerà i giorni a seguire. Al Colle non dispiace questa soluzione. Con il secondo telefono ascolta gli alleati, ma intanto fa sapere che FdI punta alla presidenza del Senato. Poi c’è la calcolatrice: serve a trovare risorse e modi per evitare la slavina delle bollette e allontanare l’inflazione.
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