Pasta, icona mondiale: la più amata è quella italiana
Ruvida che cattura il sugo, liscia che accarezza il palato, lunga, corta, ripiena, anche integrale purchè, se secca, ottenuta da farina di grano duro. E in quella fatta in casa, più o meno arricchita con uova, c’è una storia infinita di saperi. È la pasta italiana. Da millenni fa capolino nell’alimentazione umana e da secoli è stata eletta regina della tavola. Un “piacere ultraterreno” sembra la considerasse Bonifacio VIII, il papa al quale non a caso è dedicata, nella nativa Anagni una spettacolare lasagna. È comunque l’espediente più diffuso per portare in tavola il necessario nutrimento: piacere e bisogno camminano insieme. Tutte buone ragioni, queste, per celebrarla il 25 ottobre con il World Pasta Day, la sua giornata internazionale giunta alla 24ª edizione, promossa da Unione Italiana Food e International Pasta Organization. I canali ufficiali di WeLovePasta.it, la community di pasta-lover che riunisce 30mila utenti, animeranno una maratona social con hashtag #globalpasta e con tweet up, eventi Facebook, foto e Instagram stories gli influencer e i pasta lovers potranno incontrarsi e condividere l’amore universale per il piatto protagonista della nostra tavola e della dieta mediterranea.
Anche in un presente incerto, la pasta è un momento di felicità accessibile
A nessun cibo come alla pasta si adattano a pennello le riflessioni del mitico gourmand Anthelme Brillat-Savarin che parla di «rassegnazione implicita agli ordini del Creatore, il quale avendoci ordinato di mangiare per vivere, ci invita con l’appetito, ci aiuta col sapore e ci ricompensa col piacere». Più concretamente il presidente dei pastai italiani Riccardo Felicetti, riferendosi alle attuali difficoltà economiche sostiene che «di certo oggi, anche in un presente difficile e incerto, la pasta è un momento di felicità accessibile e quotidiano».
Il merito è del saper fare centenario dei pastai italiani
Per l’occasione sono stati resi noti i risultati di una ricerca di Unione Italiana Food, realizzata in collaborazione con Fic – Federazione Italiana Cuochi e Ita – Italian Trade Agency che ci fa entrare nei ristoranti italiani all’estero dimostrando come il mondo abbia sempre più voglia di pasta, e soprattutto italiana, condita con sughi a base di ingredienti regionali o mediterranei, come hanno detto 60 cuochi e ristoratori italiani attivi in Germania, Francia, Uk, Usa, Giappone ed Emirati Arabi Uniti, tutti grandi Paesi importatori. Va all’estero infatti il 61% della nostra pasta, (2,2 milioni di tonnellate, secondo la Fipe – Fipe – Federazione Italiana Pubblici Esercizi) contro il 48% nel 2000 e il
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