Pasta, icona mondiale: la più amata è quella italiana

Va all'estero il 61% della pasta del nostro Paese contro il 48% nel 2000 e il 5% nel 1955: il merito è del saper fare centenario dei pastai italiani. La si celebra il 25 ottobre con il World Pasta Day

Ruvida che cattura il sugo, liscia che accarezza il palato, lunga, corta, ripiena, anche integrale purchè,  se secca,  ottenuta da farina di grano duro. E in quella fatta in casa, più o meno arricchita con uova, c’è una storia infinita di saperi. È la pasta italiana. Da millenni fa capolino nell’alimentazione umana e da secoli è stata eletta regina della tavola. Un “piacere ultraterreno” sembra la considerasse Bonifacio VIII, il papa al quale non a caso è dedicata, nella nativa Anagni una spettacolare lasagna. È comunque l’espediente più diffuso per portare in tavola il necessario nutrimento: piacere e bisogno camminano insieme. Tutte buone ragioni, queste,  per celebrarla il 25 ottobre con il World Pasta Day, la sua giornata internazionale giunta alla 24ª edizione, promossa da Unione Italiana Food e International Pasta Organization. I canali ufficiali di WeLovePasta.it,  la community di pasta-lover che riunisce 30mila utenti, animeranno una maratona social con hashtag #globalpasta e con tweet up, eventi Facebook, foto e Instagram stories gli influencer e i pasta lovers potranno incontrarsi e condividere l’amore universale per il piatto protagonista della nostra tavola e della dieta mediterranea. 

Anche in un presente incerto, la pasta è un momento di felicità accessibile

A nessun cibo come alla pasta si adattano a pennello le riflessioni del mitico gourmand Anthelme Brillat-Savarin che parla di «rassegnazione implicita agli ordini del Creatore, il quale avendoci ordinato di mangiare per vivere, ci invita con l’appetito, ci aiuta col sapore e ci ricompensa col piacere».  Più concretamente il presidente dei pastai italiani Riccardo Felicetti, riferendosi alle attuali difficoltà economiche sostiene che «di certo oggi, anche in un presente difficile e incerto, la pasta è un momento di felicità accessibile e quotidiano».

Il merito è del saper fare centenario dei pastai italiani

Per l’occasione sono stati resi noti i risultati di una ricerca di Unione Italiana Food, realizzata in collaborazione con Fic – Federazione Italiana Cuochi e Ita – Italian Trade Agency che ci fa entrare nei ristoranti italiani all’estero dimostrando come il mondo abbia sempre più voglia di pasta, e soprattutto italiana, condita con sughi a base di ingredienti regionali o mediterranei,  come hanno detto 60 cuochi e ristoratori italiani attivi in Germania, Francia, Uk, Usa, Giappone ed Emirati Arabi Uniti, tutti grandi Paesi importatori. Va all’estero infatti il 61% della nostra pasta, (2,2 milioni di tonnellate, secondo la Fipe – Fipe – Federazione Italiana Pubblici Esercizicontro il 48% nel 2000 e il


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